Il nuovo anno è cominciato e l’entusiasmo lavorativo si sta facendo sentire: è tempo di progetti, pianificazioni, post sui social, obiettivi ben redatti sull’agenda da raggiungere nel breve e lungo termine e chi più ne ha più ne metta.
Quello che spesso dimentichiamo è che la scia emotiva non è sufficiente a determinare la buona riuscita di un piano marketing; presto, infatti, le scadenze lavorative, la routine della quotidianità, i meeting online e fisici, avranno nuovamente il sopravvento rispetto ai nostri buoni propositi con il rischio di mollare il nostro work flow ancora prima di averlo effettivamente iniziato.
Non basta, infatti, decidere di scrivere un contenuto tutti i giorni (oppure tre volte alla settimana) per avere risultati dalla nostra scrittura online e offline: è il nostro scopo, il nostro business plan, la nostra spinta emotiva a determinare il nostro successo grazie ai contenuti scritti.
Partiamo dal “perchè” e dal nostro scopo come individui e lavoratori
Come è possibile ingaggiare la propria community, i propri collaboratori, partner, clienti se non si veicolano realmente valori, progetti e “perché”?
La prima domanda che dobbiamo porci, quindi, in questi giorni di benzina adrenalitica è proprio “perché faccio quello che faccio”? E ancora: “Qual è il mio scopo con il mio lavoro?”; “Che benefici troveranno in me i miei lettori?”; “Quali soluzione sono in grado di offrire loro”?
Se non saremo in grado di rispondere coerentemente a questi quesiti rischieremo di creare articoli, post, video, podcast, asettici e freddi che vanno bene un po’ per tutte le stagioni e che tanto sanno di già visto e di già letto.
Avete presente quei siti con il “chi sono” preformato dove si vendono prodotti e servizi “a 360 gradi” in cui prevale il posizionamento SEO di determinate kword e che scambiando la url il contenuto non cambia e magari le foto sono pure le medesime prese su Shutterstock, Pixabay et similia?
E’ per questo motivo che ho scelto il brand journalism e per cui non amo la definizione di SEO Copywriter; online ci sono solo i writer ed infarcire un testo di kword non farà di noi penne del web e aspiranti tali degli esperti di SEO.
Informare per generare interesse senza inseguire “per forza” la SEO
Una comunicazione sincera, onesta, coerente e valoriale è invece la chiave per comunicare oggi (anche le macchine sono in grado di produrre articoli che ben si posizionano su Google come il recente dibattito sta dimostrando).
Su cosa vogliamo, dunque, informare i nostri lettori? Sappiamo davvero qual è il nostro scopo di vita e di business o procediamo a tentoni prendendo spunto dai guru del momento o dal collega/azienda che performa meglio in termini di like e commenti sui social?
Oggi i tempi di lettura sono sempre più brevi e non c’è più spazio per il copia/incolla e per i testi “pre-impostati”; per generare interesse occorre essere veri e fornire informazioni. Per il resto c’è Google, c0è Wikipedia, ci sono i forum tecnici.
Il nostro brand fa notizia e noi dobbiamo veicolarlo come tale.